giovedì 8 luglio 2010

L'articolo su Lei-Web

L'articolo su Lei-Web

Libere- Di nuovo

Per un approfondimento della serata potete trovare informazioni qui
E' un'intervista alla regista Francesca Comencini e all'attrice Lunetta Savino.

Libere

Eccoci! Non potevamo perdere questa serata... 

"Libere" - Generazioni a confronto - Atto unico di Cristina Comencini con Lunetta Savino e Isabella Ragonese



venerdì 2 luglio 2010

Ecco lo spot.
Questa sera lo spettacolo "Libere" di Cristina Comencini. Leggete l'articolo qui

martedì 29 giugno 2010

C'é fermento! Leggete questo interessante articolo di Repubblica

giovedì 15 aprile 2010

NATA FEMMINA - Lettera aperta della scrittrice albanese Elvira Dones

Lettera aperta al premier Silvio Berlusconi della scrittrice albanese Elvira Dones
in merito alla battuta del Cavaliere sulle "belle ragazze albanesi". In visita a
Tirana, durante l'incontro con Berisha, il premier ha attaccato gli scafisti e ha
chiesto più vigilanza all'Albania. Poi ha aggiunto: "Faremo eccezioni solo per chi
porta belle ragazze".



"Egregio Signor Presidente del Consiglio, le scrivo su un giornale che lei non legge, eppure qualche parola gliela
devo, perchè venerdì il suo disinvolto senso dello humor ha toccato persone a me molto care: "le belle ragazze
albanesi". Mentre il premier del mio paese d'origine, Sali Berisha, confermava l'impegno del suo esecutivo nella
lotta agli scafisti, lei ha puntualizzato che "per chi porta belle ragazze possiamo fare un'eccezione." Io quelle
"belle ragazze" le ho incontrate, ne ho incontrate a decine, di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia,
le ho seguite da Garbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro vite violate,
strozzate, devastate. A "Stella" i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una parola: puttana. Era una bella
ragazza con un difetto: rapita in Albania e trasportata in Italia, si rifiutava di andare sul marciapiede.

Dopo un mese di stupri collettivi ad opera di magnaccia albanesi e soci italiani, le toccò piegarsi. Conobbe i
marciapiedi del Piemonte, del Lazio, della Liguria, e chissà quanti altri. E' solo allora - tre anni piùtardi
- che le incisero la sua professione sulla pancia: così per gioco o per sfizio.

Ai tempi era una bella ragazza. Oggi è solo un rifiuto della società non si innamorerà mai più, non diventerà mai
madre e nonna. Quel puttana sulla pancia le ha cancellato ogni barlume di speranza e di fiducia nell'uomo, il
massacro dei clienti e dei protettori le ha distrutto l'utero.

Sulle "belle ragazze" scrissi un romanzo, pubblicato in Italia con il titolo "Sole bruciato". Anni più tardi girai
un documentario per la TV svizzera: andai in cerca di un'altra bella ragazza, si chiamava Brunilda, suo padre mi
aveva pregato in lacrime di indagare su di lei. Era un padre come tanti altri padri albanesi ai quali erano
scomparse le figlie, rapite, mutilate, appese a testa in giù; in macellerie dismesse se osavano ribellarsi.

Era un padre come lei, Presidente, solo meno fortunato. E ancora oggi il padre di Brunilda non accetta che sua
figlia sia morta per sempre, affogata in mare o giustiziata in qualche angolo di periferia. Lui continua a sperare,
sogna il miracolo. E' una storia lunga, Presidente... Ma se sapessi di poter contare sulla sua attenzione, le
invierei una copia del mio libro, o le spedirei il documentario, o farei volentieri due chiacchiere con lei. Ma
l'avviso,signor Presidente: alle battute rispondo, non le ingoio. In nome di ogni Stella, Bianca, Brunilda e delle
loro famiglie queste poche righe gliele dovevo. In questi vent'anni di difficile transizione l'Albania si è;
inflitta molte sofferenze e molte ferite con le sue stesse mani, ma nel popolo albanese cresce anche la voglia di
poter finalmente camminare a spalle dritte e testa alta. L'Albania non ha più pazienza per le umiliazioni gratuite.

Credo che se lei la smettesse di considerare i drammi umani come materiale per battutacce da bar a tarda ora, non
avrebbe che da guadagnarci. Questa "battuta" mi sembra sia passata sottotono in questi giorni in cui infuria la
polemica Bertolaso , ma si lega profondamente al pensiero e alle azioni di uomini come Berlusconi e company,
pensieri e azioni in cui il rispetto per le donne é messo sotto i piedi ogni giorno, azioni che non sono meno
criminali di quelli che sfruttano le ragazze albanesi, sono solo camuffate sotto gesti galanti o regali costosi mi
vergogno profondamente e chiedo scusa anch'io a tutte le donne albanesi.



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"Sole Bruciato" di Elvira Dones è pubblicato da Feltrinelli e vi assicuro che è un vero pugno nello stomaco.

venerdì 9 aprile 2010

Mostra: STOP all'abuso sulle donne

Museo delle Mura

Via di Porta San Sebastiano, 18 - Roma

10 - 30 Aprile 2010


Mostra di Arte Contemporanea



STOP all'abuso sulle donne


In mostra opere di venti artisti sul tema dell'abuso sulle donne.
Venti artisti esporranno le loro opere, pittura, scultura e fotografia. Le opere esposte saranno ispirate al tema del progetto. Durante la mostra sarà proiettato un video-racconto di esperienze e denunce di donne che hanno subito abuso.



Orario
da martedì a domenica ore 9.00-14.00
Biglietto d'ingresso
intero € 3,00; ridotto € 1,50

giovedì 25 febbraio 2010

Primo Marzo 2010 Sciopero degli stranieri

Dal sito http://www.primomarzo2010.it/ ho trovato gli appuntamenti in programma il 1° marzo a Roma e ve li riassumo:

Roma - ore 10,00 Protesta di fronte all'INPS (Via dell'Amba Aradam 5) per i contributi versati e non recuperati

Roma - ore 10,30 Lezioni di clandestinità a Piazza Montecitorio, con gli studenti medi e universitari contro il razzismo

Roma - corteo delle reti antirazziste da Porta Maggiore fino a piazza Vittorio dove alle si apre la manifestazione del Comitato Primo Marzo alle 18,00 con concerti e interventi dal palco
Lun., 1 Marzo, 17:00

venerdì 29 gennaio 2010

identità o diversità?

Mi è sembrato un punto di vista interessante:
"Nella nostra cultura, la ricerca di identità è ststa una costante...In America Latina sappiamo già chi siamo.Bisogna uscire dal discorso dell'identità per entrare in quello della diversità.Dobbiamo scoprire quello che ancora non siamo:Stiamo in un incrocio di strade:dobbiamo muoverci dall'identità acquisita alla diversità da acquisire. L'identità è importante ma può perverrtirsi in sciovinismo ed odio verso i gruppi che non la condividono. Abbiamo bisogno di rispetto verso la diversità politica, religiosa, sessuale e culturale"
da un'intervista a Carlos Fuentes

sabato 23 gennaio 2010

Flora Tristan - "Accoglienza alle donne straniere" (1835)


Irene Di Valmo legge estratti da "Necessità di dare buona accoglienza alle donne straniere" (1835) di Flora Tristan durante Contigo Perù.

Contigo Perù - Prime foto


vedi l'intera galleria.

mercoledì 20 gennaio 2010

Contigo Perù - assaggi di cultura peruviana

La festa è andata benissimo... Adesione entusiasta della comunità peruviana, delegazioni della Casa delle Donne e del XI municipio e un po' di italiani... Purtroppo i volti completamente sconosciuti erano pochi... Volevamo far cadere nella nostra rete più gente del quartiere... Comunque... E' solo l'inizio!

sabato 16 gennaio 2010

Contigo Perù - assaggi di cultura peruviana

Oggi nella nostra sede di via Orvieto 25 (circolo Il Vialetto) incontreremo le donne peruviane per una festa di musica, cibo e cultura.

ore 16.00: presentazione del gruppo Donne Antirazziste del IX Municipio

ore 16.30: breve filmato di presentazione del Perù

ore 16.45: gioco della Pignata (la pentolaccia) per bambini e adulti

ore 17.15: il Festejo (danze in costume) danzato e spiegato dal gruppo Intiraymi

ore 17.45: tre generazioni di donne immigrate a confronto

ore 18.30: letture di Flora Tristan

ore 19.00: la musica di Chabuca Granda

ore 19.30: la Cauza (il pesce finto) nella versione peruviana e italiana

venerdì 15 gennaio 2010

Solidarietà per l'Iran

C'è stata una manifestazione oggi davanti all'ambasciata iraniana. L'ho saputo da Dolores. Non ho fatto in tempo ad andare. Comunque sono in contatto con lei che purtroppo non potrà venire alla nostra iniziativa ma vi saluta e propone di mandare mail all'ambasciata iraniana che intende fare una manifestazione filogovernativa. Vi farò sapere il testo.

Sulla proposta Gelmini

Inserisco questo testo dal blog leonardo.blogspot mi sembra interessante
ntegratevi (è un ordine)

È andata: dall’anno prossimo nelle prime classi delle scuole italiane “di ogni ordine e grado” gli studenti stranieri non potranno essere più del 30% del totale. E già qualcuno comincia a gridare all’Apartheid - ehi, piano.
Un esempio lo fornisce il pur ottimo Gilioli, quando si chiede se il piccolo Naresh dovrà lasciare i suoi compagnucci di terza elementare. Ma no, basta leggere. I tetti verranno applicati soltanto nelle classi che devono essere ancora formate (prime elementari, prime medie, prime superiori): Naresh potrà continuare il suo percorso scolastico e gli auguro che sia di qualità.

A tutti quelli che non vogliono perdere l’occasione di scomodare le leggi razziali, ricordo che stiamo parlando di una proposta Gelmini, cioè di una cosa, per definizione, non seria. Avete presente come risolve i problemi la Gelmini? Un rapido riassunto: un anno fa gli studenti davano molti problemi disciplinari. Non rispettavano né le regole né gli insegnanti, picchiavano i loro compagni disabili e mettevano le foto su youtube (questa cosa in particolare fece scalpore, i filmini su youtube). Allora la Gelmini risolse il problema. Come? Inventando una cosa che prima non c’era: il “voto di condotta”. Prima si chiamava “valutazione del comportamento” e non funzionava: adesso invece si chiama “voto”, quindi funziona. Questo è un esempio di come risolve i problemi la Gelmini.

Un altro problema molto dibattuto era il rendimento. I nostri studenti non imparano più niente. Intervenne la Gelmini, con un’idea geniale: reintrodurre nella scuola dell'obbligo i voti numerici. Stabilendo così un discrimine insormontabile tra la scuola sessantottina che promuoveva tutti quelli che avevano una media superiore al “sufficiente” e l’inflessibile scuola gelminiana che falcia senza pietà tutti quelli che hanno una media inferiore al “6”. Un altro problema risolto.

E gli stranieri? Pare che siano troppi, e che tendano a iscriversi tutti nelle stesse classi, formando perniciosissime “classi ghetto”. Come ha risolto il problema la Gelmini? Anche qui, la sua implacabile falce non si è fatta pregare, e si è abbattuta su… su cosa? Una quota del 30% di stranieri? Perché secondo voi in Italia c’è uno studente straniero ogni due italiani? A meno che non siate affezionati lettori di Giornale e Padania, sapete benissimo che la quota di stranieri non è così alta da nessuna parte in Italia – tranne forse in qualche bassifondo metropolitano. Forse anche qualche paesino montano abbandonato dai nativi e ripopolato dagli stranieri (ce ne sono a nord come a sud). Quindi, se cambierà qualcosa, cambierà soltanto in quei casi.

Ma persino in quei casi, c’è un trucco. Molti di quei bambini stranieri in realtà sono nati in Italia, da genitori stranieri. Siccome non basta nascere su suolo italiano per ottenere la cittadinanza, costoro risultano all’anagrafe stranieri anche se sono qui da sei, undici, diciotto anni. Ed è brutto da dire, ma in tanti casi lo sono davvero. Perché non basta nascere in Italia, se cresci in una famiglia dove l’italiano non si parla o si parla male, la tv via sat manda solo film di Bollywood non sottotitolati, i tuoi amici sono tutti cinesi, eccetera eccetera eccetera.

A questo proposito, la Gelmini non ha perso l’occasione per confermarsi Gelmini, ovvero: nel giro di tre giorni ha già affermato una cosa e poi l’ha rimangiata. Prima ha detto ‘tetto del 30% per gli alunni stranieri’ (e giù titoloni in prima pagina), poi ha precisato ‘Esclusi dal tetto delle classi gli stranieri che sono nati in Italia’ (titoletto nelle brevi). Che differenza c’è? Per me, tutta la differenza del mondo. Le classi in cui insegno oggi sforano allegramente il 30% di stranieri. E non sono classi semplici, per inciso. Ma se conti soltanto quelli nati all’estero… ecco che rientra tutto nella norma. Fine del problema, anzi, quale problema? Se sono nati in un ospedale italiano sono perfettamente integrati, no? Le infermiere li avranno immediatamente attaccati al biberon della lingua italiana. I genitori avranno deciso di parlare soltanto italiano in casa per aiutarli a integrarsi meglio. Del resto gli stranieri della seconda generazione, si sa, sono quelli che si integrano più facilmente… (NB: STO SCHERZANDO. Gli stranieri della seconda generazione sono quelli che più faticano a integrarsi in generale. C’è una letteratura scientifica enorme sul problema. La generazione che la Gelmini non considera è quella che in Francia ogni tanto mette a ferro a fuoco la banlieue: forse perché li hanno integrati troppo, ragazzacci viziati).

Insomma, sul piano pratico, cosa succederà? In alcune aree metropolitane i presidi si scambieranno un po’ di iscrizioni alla prima classe, onde evitare i “ghetti”. Il che è relativamente facile, ora che sappiamo cos’è un “ghetto” per la Gelmini. Un “ghetto” è una classe con più di uno straniero su tre. Siccome si va verso una media di trenta studenti per classe, se undici sono nati all’estero, è ghetto. Se sono solo dieci su trenta, no, non è ghetto. Se dieci sono nati all’estero e altri venti sono bengalesi nati in un ospedale italiano, tutto ok! Probabilmente si sente fragranza di curry da tre isolati, ma per la Gelmini non è un ghetto.

Non so se vi rendete conto della portata di questa riforma. Da decenni in tutta Europa sociologi, pedagoghi e quant’altro si dedicano al problema dell’integrazione nelle scuole multietniche. Poi arriva il ministro Gelmini, e in poche ore risolve il problema: per legge. Da qui in poi se sei nato in Italia sei integrato. Fine. Il tuo compagno nato a Mumbai che vive qui da tredici anni e non sa parlare l’hindi potrebbe porre dei problemi d’integrazione, e quindi rientra in una quota stranieri: tu no, anche se vivi in un sotterraneo con la tua famiglia di cucitori cinesi e in otto anni di scuola dell’obbligo non hai ancora imparato a formulare una frase in italiano. Però sei dei nostri! Ce l’hai scritto sulla carta d’identità: nato in Italia! Come? No, non è valida per l’espatrio. Perché non sei cittadino. Sei dei nostri solo quando ci fa comodo. Per esempio, quando dobbiamo dimostrare all’Elettore Leghista Medio (d’ora in poi ELMO, per comodità) che gli abbiamo risolto un problema.

Quando poi Elmo si renderà conto che l’abbiamo fregato… quando suo figlio si ritroverà nella classe odorosa di curry di cui sopra… beh, probabilmente darà la colpa alla sinistra. Alla sua politica dell’accoglienza indiscriminata. Hanno rovinato questo Paese, maledetti.